Non è assolutamente mia intenzione scrivere uno di quei manuali di auto-aiuto alla Bridget Jones. Non ne sono in grado. E non sono nemmeno una terapista. Anzi, sono io che sono in analisi. Da quasi un anno ormai.
La terapia è principalmente uno sfogarsi con qualcuno che reputi obiettivo. Raccontarsi è terapeutico. Per questo le donne parlano tanto fra di loro.
Metà del piacere di un acquisto, di una conquista, di una avventura viene dal RACCONTARLO.
Si parla tanto di quello che si raccontano gli uomini negli spogliatoi del calcetto, ma volete mettere con un aperitivo fra amiche? Quante storie, quante risate, quante cattiverie… la maggior parte incentrate sui rapporti umani. Mariti, fidanzati, amanti. E amiche, suocere, rivali.
Quante ne ho sentite. E quante ne ho raccontate.
Molte meritano di essere tramandate ai posteri, che servano, se non da insegnamento, da spunto di riflessione.
O meglio ancora, da consolazione. Per arrivare a pensare ‘Ehi non è successo solo a me!’
Ragazze, non siamo e non saremo mai LE SOLE.
Vorrei raccontare allora le storie di Heidi e Bianca e Vittoria e di tutte le altre.
Se vi riconoscete in qualcuna di esse, forse siete voi. O forse no.
Sappiate che i nomi sono finti, ma il resto AHIME’ è tutto vero…
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